15 Dic Star Wars Rogue One – La Recensione senza spoiler
La Forza torna a scorrere potente al cinema
Solo un anno fa salutavamo il ritorno dell’universo di Star Wars nelle sale cinematografiche, con l’Episodio VII “Il Risveglio della Forza”. Beh, se molti dei fan più appassionati sono rimasti delusi dalla regia di JJ Abrams, è estremamente probabile che ritrovino la “fede” con questa nuova pellicola.
“Rogue One”, diretto da Gareth Edwards, esce oggi nelle sale e riporta gli spettatori a un passo dal primo capitolo della saga: quel “Guerre Stellari – Una Nuova Speranza” che dal ’77 ha fatto sognare milioni di persone.
La storia è quella di un pugno di audaci ribelli che riesce a trafugare i piani di costruzione della Morte Nera: la gigantesca stazione spaziale capace di disintegrare interi pianeti. Il film è una vera chicca, uno dei capitoli più belli realizzati per questa saga. Il tono dark racconta al meglio l’oppressione simil nazista con cui l’Impero tiene sotto controllo tutta la galassia. Il ritmo del racconto è incalzante lungo tutto il film, con un inizio molto diverso da tutte le pellicole precedenti e un finale fragoroso che si collega quasi direttamente alla trilogia classica.
Gareth Edwards riesce a interpretare al meglio l’atmosfera della saga, arricchendola di dettagli, sorprese e accorgimenti narrativi che risolvono alcuni dubbi lasciati in sospeso da Lucas. Tornano personaggi e luoghi visti e amati negli altri film. La ribellione viene raccontata in modo più adulto e realistico: frammentata quanto le culture e i pianeti che la compongono, spesso in disaccordo e con correnti estremiste. Non più l’unione del bene, ma un corpo militare braccato in tutta la galassia, costretto anche ad azioni assolutamente non etiche per poter sopravvivere.
Rogue One racconta come dall’angoscia creata da un Impero imbattibile, nasca una speranza di liberazione e tutto questo viene espresso anche le luci, la fotografia e le ambientazioni, che da livide o oscure diventano più forti e brillanti verso la fine del film.
Ottimi tutti gli attori, a partire da Felicity Jones nel ruolo della protagonista Jyn Erso, fino a Diego Luna per Cassian Andor e un ottimo Mads Mikkelsen per Galen Erso, ingegnere e progettista della Morte Nera. Tutti i personaggi trovano il loro giusto spazio nella storia, riuscendo a farsi apprezzare nonostante lo screen time di ciascuno sia limitato. Epica la presenza di Darth Vader, che in tre scene si riconferma uno dei più grandi villain della storia del cinema.
Infine ci ricorderemo di Rogue One anche come un punto di non ritorno per la tecnologia al servizio della narrazione cinematografica. Da questo film in poi, sarà irrilevante che un attore possa essere troppo vecchio, troppo giovane o addirittura non più in vita per poter interpretare un ruolo: la virtualità sta superando anche questo confine.